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Ma perché mio figlio si comporta così?”

“Le ho provate tutte ma non vuole

“Ho problemi nel

“Ma lo fa apposta a farmi arrabbiare così?”

Quando i genitori mi pongono queste domande, spesso sento in loro un forte senso di impotenza e solitudine.

Sono quelle sensazioni che di solito proviamo quando non comprendiamo  esattamente quello che ci sta accadendo e tantomeno come uscirne fuori, anche se ce la mettiamo tutta.

Comprendere i bambini e rispondere in modo efficace a quello che fanno, infatti, NON E’ PER NIENTE SCONTATO.

Soprattutto quando ci rendiamo conto che non stanno bene, e che anche noi vorremmo stare meglio con loro.

E questo principalmente per UN MOTIVO:

PERCHÉ HANNO UN MODO DIVERSO, RISPETTO AL NOSTRO, DI COMUNICARCELO.

Scoppi di rabbia incontrollata, ansie e paure limitanti, chiusura, regressioni nelle autonomie, ciclo sonno-veglia irregolare, estenuanti opposizioni o capricci…

Questi, ad esempio, sono tutti segnali che il bambino usa per dirci come sta, SENZA che utilizzi le PAROLE. 

Ma in che modo possiamo allora comprenderli e aiutarli?

Nel mio lavoro comunico con loro utilizzando il loro stesso linguaggio, ovvero il GIOCO.

PERCHE’ IL GIOCO?

A spiegarcelo è la ricerca scientifica.

Il gioco è “un sistema motivazionale innato” comune a tutti i mammiferi.

Ebbene sì, anche gli animali giocano.

“Giocare”, infatti, nella nostra evoluzione ci è sempre servito per entrare in relazione con il mondo, scoprirlo e adattarci ai cambiamenti nella maniera più FLESSIBILE.

Quando i bambini giocano non solo si esprimono, comunicano e allenano le loro abilità personali e sociali, ma abitano ANCHE uno spazio mentale che possono “controllare”.

In un mondo gestito da adulti, infatti, i bambini hanno bisogno di uno spazio da poter vivere in maniera autonoma, in cui sono i registi.

Questa percezione di controllo permette loro di sentirsi più sicuri e di poter gestire ed elaborare vissuti della vita quotidiana, favorendo un sano sviluppo emotivo e salute mentale.

PER QUESTO,

Ogni gioco che un bambino sceglie di fare non è una scelta casuale.

È una scelta legata a COME LO FA SENTIRE.

È una scelta legata al SIGNIFICATO che il bambino dà a quello che fa giocando.

Attraverso il gioco dei bambini si può comprendere come stanno e come aiutarli a superare i loro problemi, entrando nel loro mondo.

Infatti, sono numerose le ricerche ed i modelli di intervento terapeutico che utilizzano IL GIOCO COME TERAPIA.

A tal proposito Charles E. Schaefer (1993), uno dei maggiori esponenti della Play Therapy, ha riconosciuto dei veri e propri “Poteri terapeutici del gioco”

OVVERO

“Quei fattori che esercitano un effetto benefico nel cliente, nel senso che determinano una diminuzione dei sintomi o un aumento del comportamento desiderato”.

Ad esempio, il gioco rende il pensiero più flessibile per la risoluzione dei problemi.

Promuove lo sviluppo cognitivo, l’autoregolazione ed il linguaggio.

Ha un grande potere simbolico e proiettivo, grazie al quale il bambino può identificarsi o proiettare delle parti di sé, accedendo alla sua dimensione più inconsapevole.

COS’È LA PLAY THERAPY?

La Play Therapy è un ampio settore terapeutico ed educativo “evidence-based” fondato sui principi teorici della Psicologia dello sviluppo.

 L’APT (Association for Play Therapy, degli Stati Uniti) definisce la Play Therapy:

“l’uso sistematico di un modello teorico per stabilire un processo interpersonale dove un professionista della salute mentale formato in Play Therapy (Play Therapist) utilizza i poteri terapeutici del gioco per aiutare i clienti a prevenire o risolvere difficoltà psicosociali e a raggiungere un livello ottimale di crescita e sviluppo.”

COSA SIGNIFICA?

Significa che la Play Therapy è un settore ricco di metodologie e strumenti di lavoro in cui l’esperto utilizza strategicamente “i poteri terapeutici del gioco” per aiutare i bambini (soprattutto dai 3 ai 12 anni) a prevenire o risolvere le loro difficoltà psicosociali.

LA PLAY THERAPY NON È IL SEMPLICE GIOCARE CON I BAMBINI.

A differenza del gioco normale, gli esperti in Play therapy utilizzano i poteri terapeutici del gioco e le metodologie di lavoro in modo strategico…

Ad esempio, aiutano i bambini a rivolgere l’attenzione verso il proprio mondo interno, rendendoli consapevoli dei propri sentimenti ed in grado di autoregolarsi (Axline, 1947; Carmichael, 2006; Landreth, 2002).

Ed inoltre,

Valutano e comprendono il gioco dei bambini, aiutandoli ad affrontare emozioni difficili e a trovare soluzioni ai propri problemi (Moustakas, 1997; Reddy, Files-Hall & Schaefer, 2005).

Attraverso il gioco terapeutico i bambini imparano a pensare in modo più flessibile, ad esprimere i sentimenti, a modificare comportamenti,

a sviluppare abilità nel risolvere situazioni problematiche e ad apprendere molteplici modalità attraverso cui relazionarsi con gli altri.

IN COSA SI DIFFERENZIA LA PLAY THERAPY DAGLI ALTRI APPROCCI?

✔ UNICITA’ DEL BAMBINO

Piuttosto che proporre protocolli standard e direttivi di risoluzione del “problema” 

la Play Therapy utilizza differenti metodologie e strumenti in PERCORSI “SU MISURA DI CIASCUN BAMBINO”.

Ciascun percorso è individuale e focalizzato su obiettivi personali da raggiungere.

Inoltre, valorizza la storia, le caratteristiche e l’unicità di ciascun bambino, rendendolo fautore e principale “costruttore” della risoluzione del suo problema.

✔ IL GIOCO TERAPEUTICO

Nella Play Therapy, “i giocattoli sono come le parole dei bambini ed il gioco il loro linguaggio” (Landreth, 2002).

Rispetto ad altri approcci che prediligono un approccio più verbale o utilizzano il gioco per potenziare abilità cognitive specifiche..

La Play therapy coinvolge il bambino nella sua interezza, utilizzando metodologie dalla più direttiva alla meno direttiva (a seconda degli obiettivi) 

E focalizzate su diversi livelli di consapevolezza del gioco.

La CCPT (Child-Centerd Play Therapy), La Play Therapy Direttiva, La Play Therapy Narrativa, la Filial Therapy e la Sandtray Therapy…

Sono alcune delle metodologie che possono coinvolgere il bambino (e la sua famiglia) in un percorso di crescita e sviluppo personale.

Il gioco è utilizzato come strumento di comunicazione, valutazione e comprensione del bambino.

Inoltre, la sua dimensione “fittizia” offre una DISTANZA PSICOLOGICA SICURA che permette al bambino di esprimere i suoi vissuti,

o rivivere le sue esperienze stressogene con una maggiore la possibilità di controllarle e trasformarle.

✔ IL BAMBINO È UNA “PERSONA” e la FAMIGLIA UN “PORTO SICURO”.

Rispetto ad altri approcci che affrontano il problema del bambino focalizzandosi solo sulle dinamiche familiari per risolverlo, o altri approcci che lavorano esclusivamente sul bambino

La Play therapy cerca di integrare nel percorso entrambi.

Pur considerando il bambino come un componente della sua famiglia, che lui influenza e da cui è influenzato,

Nei percorsi di Play therapy è considerato una “persona” distinta e unica…

Con le sue peculiari caratteristiche, risorse e capacità di risoluzione dei problemi.

La famiglia, però, è fondamentale per il cambiamento dei propri figli.

È per questo che, nei percorsi individuali dei bambini, i genitori sono coinvolti e resi partecipi come “partner del processo terapeutico”.

QUALI PROBLEMI?

La Psicologia dello sviluppo e la sua ricerca sostengono l’efficacia della Play Therapy in un’ampia varietà di problematiche sociali, emotive, comportamentali e relative all’apprendimento,

Includendo problemi legati a situazioni di vita stressanti (il divorzio, lutti, il cambio d’abitazione, malattie croniche, esperienze stressanti e traumatiche),(Reddy, Files-Hall & Schaefer, 2005).

Nel mio lavoro generalmente lavoro con bambini dai 3 ai 12 anni su:

✔ Emozioni incontrollabili (rabbia esplosiva, iperemotività, tristezza, ecc.)

✔ Difficoltà legate all’ansia

✔ Conflitti genitore-figlio

✔ Difficoltà legate all’attaccamento (separazione dal genitore)

✔ Eventi di forte stress / traumatici (pandemia, malattie, separazione familiare , lutto etc.)

✔ Disturbi comportamentali

✔ Potenziamento cognitivo

✔ Promozione delle abilità sociali individuali e di gruppo

QUALI SOLUZIONI?

Con la Play Therapy i bambini possono:

 ✔ Sviluppare nuove abilità e competenze:

(es. Aumentare la capacità di autoregolazione, gestione della frustrazione, gestione dell’ansia, sviluppo di nuove strategie di coping …)

 ✔ Sviluppare forme di pensiero più utili al loro benessere;

✔ Esprimere ed elaborare eventi particolarmente stressanti (pandemia, malattie, separazione familiare, lutto ecc.);

✔ Sviluppare una maggiore sicurezza e accettazione di sé;

✔ Esprimere, riconoscere e gestire le proprie emozioni;

✔ Apprendere nuove abilità sociali e relazionali con la propria famiglia e con i coetanei.

PERCHE’ LAVORO CON LA PLAY THERAPY

Perché mi permette di conoscere ogni bambino nella sua unicità, parlando il suo stesso linguaggio.

Perchè mi permette di riconoscere il bambino più nei suoi bisogni e nei suoi significati, che nelle etichette diagnostiche.

Perché fa diventare il bambino AUTORE del suo CAMBIAMENTO e fa diventare me e i suoi genitori le sue guide fidate.

Dott.ssa Pasqua Ugone

Psicologa dell'infanzia e consulente educativa.
Aiuto bambini e ragazzi ad affrontare le loro difficoltà evolutive e i genitori a diventare le loro migliori guide.